TERAPIA DEL DOLORE A SIENA

 

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 DOLORE RADICOLARE

Il dolore radicolare è l'espressione del danno,più frequentemente da compressione da ernie discali o da stenosi(restringimento) del canale midollare, che si verifica a carico delle radici spinali. Meglio sarebbe chiamarlo dolore neuropatico radicolare, perchè da anche una indicazione sulla sua natura. Infatti il termine dolore neuropatico è applicabile ad ogni sindrome dolorosa, acuta e cronica, nella quale il meccanismo patogenetico è riferibile ad un processo presente nel sistema nervoso centrale o periferico.

una particolare attenzione va posta nel differenziare il dolore radicolare dalla sindrome delle faccette articolari.

Nel dolore radicolare si riconoscono tre componenti:

dolore del tronco nervoso(nerve tunk pain)

I fernomeni compressivi a carico della radice(ernia del disco, stenosi), creando un ostacolo circolatorio, inducono delle modificazioni tissutali in grado di attivare i nocicettori presenti nelle guaine connetivali delle radici. Clinicamente il dolore del tronco nervoso è sordo, continuo e sensibile alla compressione o allo stiramento: il classico segno di Lasègue è riferibile all' attivazione dei nocicettori determinata dallo stiramento che la manovra ingenera.

dolore disestesico

clinicamente il dolore disestesico si caratterizza per una sensazione di bruciore, urente, a volte di scossa elettrica, riferibile al territorio di innervazione della radice sofferente. Si dice quindi che possiede una tipica distribuzione dermatomerica: ecco perchè una sofferenza di una radice lombare si manifesta con mal di gamba.tale dolore origina dalle fibre nervose nocicettive che decorrono nella radice.

dolore da deafferentazione

questo dolore che, ha perso i connotati del dolore periferico per assumere quelli del dolore centrale, si osserva raramente nelle patologie comuni delle radici spinali. Clinicamente si manifesta con una sensazione dolorosa riferita ad un area di anestesia completa(anestesia dolorosa). nella genesi clinica del dolore radicolare si riconoscono due componenti variamente sovrapposte, infiammatoria e neuropatica.

La componente infiammatoria trae beneficio dal trattamento antinfiammatorio, in particolare dei cortisonici: per questo motivo il nostro protocollo del trttamento delle radicolopatie mediante infiltrazione peridurale selettiva, prevede la presenza del corticosteroide. In tal modo riusciamo a raggiungere , esattamente nella sede del problema, una concetrazione di corticosteroide impossibile da raggiungere con altre vie di somministrazione, ottenendo il massimo risultato possibile e minimizzando gli effeti collaterali.

Del cortisonico si sfrutta l'attività antinfiammatoria e l'azione di blocco delle afferenza nocicettive dell fibre C. La componente neuropatica stimola il sistema nervoso centrale e periferico con un feed. back positivo sul sistema neurovegetativo simpatico: si determina cioè un circolo vizioso che sostiene una vasocostrizione distrettualizzata che tende ad automantenere il danno nervoso. Per tale motivo nel nostro protocollo viene utilizzato un anestetico locale a lunga durata d'azione(naropina, ropivacaina, bupivacaina)al fine di ottenere un blocco simpatico: interrompendo cosi' il circolo vizioso che tende ad mantenere il danno nervoso.

Questo rappresenta il primo step terapeutico nel trattamento delle radicolopatie, completato, qualora il risultato sia positivo, da una riabilitazione in grado di prevenire le recidive. In caso di insuccesso e in presenza di deficit nervosi importanti, vi potrebbe essere indicazione all'intervento chirurgico. Se invece un intervento chirurgico è già stato eseguito, è lecito sospettare la presenza di fenomeni cicatriziali. In presenza di siti cicatriziali documentati(RMN, EMG, peridurografia)

in caso di insuccesso della terapia infiltrativa peridurale si può pensare ad un trattamento di peridurolisi. Qualora anche questo trattamento non dia i risultati sperati, l'indirizzo terapeutico sarà verso l'impianto di un neurostimolatore midollare(SCS). Solo in ultima ipotesi si prenderà in considerazione un nuovo intervento chirurgico, per il semplice motivo che se si è formata una cicatrice ipertrofica in occasione del primo intervento, a maggior ragione questo può avvenire in misura maggiore in occasione di un reintervento.

 

 

 

Riflessioni sulla terapia infiltrativa con cortisonici nel dolore lombare e lombosciatalgico acuto

Le terapie infiltrative con cortisonici nel trattamento del dolore lombare e lombosciatalgico non hanno ancora raggiunto un riconoscimento definitivo utilizzando i criteri della Evidence Based Merdicine. Ciò nonostante sono tecniche diffusamente adottate per il trattamento delle sindromi dolorose rachidee quando non ci siano indicazioni chirurgiche o siano refrattarie al trattamento conservativo farmacologico e fisioterapico.E' indispensabile partire da un corretto inquadramento clinico identificando il generatore del dolore. A questo scopo possiamo suddividere la struttura rachidea in tre compartimenti anatomici.

Compartimento anteriore

  1. Corpi vertebrali

  2. Dischi intervertebrali

  3. Periostio vertebrale

  4. Ligamento longitudinale anteriore

Compartimento medio

  1. Legamento longitudinale posteriore

  2. Dura ventrale

  3. Periostio vertebrale

  4. Inserzioni durali

  5. Componenti epiradicolari

Compartimento posteriore

  1. Ligamenti del rachide(giallo, interspinosi, sovraspinosi)

  2. Sinovia delle faccette articolari

  3. Esistono inoltre delle strutture che pur non facendo parte del rachide possono essere all'origine del dolore lombare come le articolazioni sacroiliache e le masse muscolari paravertebrali.

  4. Dalle strutture sopraelencate possono originare due sindromi dolorose:

  5. La sindrome neurologica radicolare

  6. le sindromi meccaniche

La sindrome neurologica radicolare

Caratterizzata da un dolore irradiato ad uno o entrambi gli arti inferiori con associate alterazioni neurologiche sensitive(ipoestesia parestesie etc.), alterazioni dei ROT, ipostenia, positività dei test specifici(Lasègue, SRL, Slump test, Wasserman).L'imaging radiologico è importante per evidenziare fenomeni compressivi di interesse chirurgico e per escludere altri processi patologici(fratture, infezioni, stenosi midollare, aneurisma aorta addominale); di scarsa utilità in questa fase gli esami elettrofisiologici. Negli ultimi anni si sono ridotte progressivamente le indicazioni al trattamento chirurgico, attuualmente solo il 15% dei pazienti necessita di tale trattamento; il restante 90% evolve verso la guarigione o la riduzione dei sintomi nell'arco di tre mesi. Il favore con cui oggi si guarda al trattamento conservativo è dovuto alla percentuale tutt'altro che trascurabile di FBSS(sindrome da fallito intervento sul rachide) ed è supportato anche dal dimostrato riassorbimento  del materiale erniato. La riduzione di volume dell'ernia è dovuta alla disidratazione del disco che spiegherebbe i miglioramenti spontanei della sintomatologia radicolare. Al contrario il riscontro casuale di grosse formazioni erniarie in popolazioni asintomatiche, indica che non sempre esiste una relazione fra l'aspetto anatomico radiologico e la sintomatologia clinica. Quindi oggi si tende a indirizzare il paziente verso la chirurgia solo quando ci si trovi di fronte a evidenti segni radiologici,in presenza di deficit motori e con dei riflessi che depongono per una grave sofferenza del nervo. La sintomatologia radicolare può infatti anche essere provvocata non solo prevalentemente da fenomeni meccanici ma anche da una azione irritativa chimica scatenata dai mediatori della flogosi liberati dalla lesione discale. Nei pazienti in cui non vi è indicazione chirurgica e nei quali la malattia non evolve verso una spontanea guarigione o miglioramento, coadiuvata o meno da cure farmacologiche e/o fisiche, si pone allora il problema su quale ulteriore trattamento sia proponibile. In questa ottica la somministrazione epidurale di steroidi può essere una opzione considerabile. I pazienti che rispondono meglio sono quelli con una insorgenza recente del dolore radicolare. La mancanza di sufficiente evidenza scientifica di questa pratica è dovuta soprattutto al fatto che in passato gli studi effettuati non sono stati uniformi, includendo pazienti acuti, cronici, con sintomatologia radicolare meccanica e mista. Tuttavia da recenti metanalisi risulta che:

  1. La somministrazione epidurale di steroidi a una valenza riconosciuta nel caso di una sintomatologia radicolare, mentre l'efficacia è ridotta nel caso che il dolore sia prevalentemente in regione vertebrale

  2. Le diverse tecniche di somministrazione epidurale non sono ugualmente efficaci. La via caudale, sacrale, interlaminare, transforaminale non forniscono risultati sovrapponibili.

  3. Entrano in gioco anche il volume di soluzione inettata, la concentrazione dello steroide, il tipo di cortisonico utilizzato.

E' probabilmente corretto affermare perciò che la terapia infiltrativa epidurale con cortisonici è indicata:

  1. Quando si evidenzia una sintomatologia radicolare

  2. quando la terapia conservativa non ha avuto risultati

  3. Anche quando non esiste una evidenzia erniaria concorde con la sintomatologia. Difatti molte lombosciatalgie riconoscono la loro causa non nelle compressione meccanica delle strutture nervose ma nella loro irritazione chimica causata dal materiale del nucleo polposo che fuoriesce per rottura dell'anulus fibroso discale.

Le sindromi dolorose meccaniche

Le cause del dolore presenti in questa sindrome si possono localizzare nel compartimento anteriore, posteriore, nelle strutture miofasciali, o nella articolazione sacroiliaca. Clinicamente il dolore presenta una localizzazione assiale, ovvero a livello lombare-lombosacrale centrale o laterale può avere irradiazione verso il gluteo e gli arti inferiori ma mai sotto il ginocchio e senza associarsi a sintomi neurologici. In assenza di evidenti lesioni radiologiche(erniazioni discali, spondilosi, listesi, micro e macroinstabilità, etc.) prevalentemente è causato da:

  1. Disco con IDD(internal disc distruption)  40%

  2. Artropatia faccettaria                           15-20%

  3. Artrosi della articolazione sacroiliaca      15-20%

Per tutte e tre queste ipotesi non esistono test clinici o indagini radiologiche con alta specificità.In questi casi la diagnosi di certezza può essere raggiunta solo con l'uso di blocchi anestetici diagnostici:

 

punto elenco

nel caso 1 il test ideale è rappresentato dalla discografia provvocativa

punto elenco

nel caso 2 è indicato un blocco della branca mediale del nervo spinale posteriore o dalla infiltrazione intrarticolare

punto elenco

nel caso 3 dalla infiltrazione intraticolare

Queste manovre devono essere eseguite sotto controllo radiologico perchè solo una estrema precisione ne attribuisce valenza diagnostica.

 

  Sindrome neurologica radicolare   Sindromi meccaniche
   comp. anteriore  comp. posteriore Sindr. sacroiliaca
Localizzazione dolore Gambe Lombare mediano o paravertebrale Paravertebrale Regione articolazione sacroiliaca
Irradiazione Dermatomerica Non dermatromerica Non dermatomerica Non dermatomerica possibile irradizione all'inguine e gluteo
Insorgenza del dolore Parossistica Continuo aumenta durante il giorno Continuo aumenta durante il giorno Continuo aumenta durante il giorno
Esame neurologico Deficit motori sensitivi ROT negativo Negativo Negativo
Anamnesi provvocato da..... Posizione seduta o ortostatica non tollerate Dolore alla iperestensione del rachide Dolore regione sacroiliaca
Esame fisico Lasègue positivo Dolore alla pressione e nel passare dalla flessione anteriore alla posizione eretta Dolore alla compressione vertebrale e alla dorsiflessione Dolore alla pressione
Reperti radiologici Rx RMN TAC Non specifici. Non sempre segni id degenerazione discale Anormalità faccettarie artrosi RMN segni di artrosi scintigrafia positiva
Blocco anestetico Epidurale transforaminale Discografia provvocativa Branca mediale del ramo dorsale del nervo spinale Intrarticolare AL
Trattamento mininvasivo Epidurale, RF sul galglio dorsale Coblazione discale, discolisi con ozono Intrarticolare cortisonica, RF Intrarticolare con cortisonici RF strutture nervose sacrali